La Rivista

mano non è una chirurgia nascosta. I risultati sono evidenti: prima la mano non funzionava e adesso sì, prima era storta e poi è dritta, prima le dita non si piegavano perché magari atrofizzate dentro una ferita e adesso sono aperte e hanno riacquistato mobilità. Solo grazie alla solidarietà Il GICAM si avvale del sostegno di donatori i quali, tutti indistintamente, dal più grande al più piccolo hanno la possibilità il percorso e la finalità della loro donazione. È importante valorizzare anche i cento franchi, che possono essere spesi per acquistare una particolare pinza o uno strumen- to chirurgico sul quale è semplice mettere il nome e cognome del dona- tore, il quale, tramite una fotografia o un piccolo videoclip, può vedere che i suoi soldi sono utilizzati tutti per l’acquisto di quello strumento che quel chirurgo, che ha quel nome e cognome, sta usando in Burkina Faso o in India. È un modo per farli sentire partecipi, ed è una cosa che viene apprezzata tantissimo. Possono sembrare dettagli, ma hanno consentito di acquisire quella credibi- lità che è fondamentale, al pari della cura ad un’amministrazione chiara, trasparente e inappuntabile. È questo modo di gestire che ha permesso di fare breccia, anche in Svizzera, grandi dimostrazioni di generosità. Senza questa solidarietà il GICAM non avrebbe potuto reggere e addirittura di crescere tantissimo: oggi dispone di risorse per poter effettuare una dozzina di missioni all’anno. Ogni missione preveda che si parta dalla Svizzera con dei team interna- zionali composti di chirurghi, aneste- sisti, infermieri di sala operatoria e non, riabilitatori della mano, ergote- rapisti o fisioterapisti, un responsabi- le della logistica, eventualmente una persona dell’associazione che si oc- cupa di comunicazione o di appron- tare il magazzino, personale tecnico per organizzare azioni in loco che durano dai dieci ai quattordici giorni durante i quali, effettuato il triage dei pazienti, si opera il maggior numero di persone. I chirurghi del GICAM vengono dall’I- talia, dalla Svizzera, dalla Repubblica Ceca, dall’Australia, dal Canada, dagli Stati Uniti, dalla Francia, dalla Spa- gna e da altre parti ancora. Tutti delle vere e proprie eccellenze nel loro campo, che mettono volontariamente a disposizione il loro tempo e le loro competenze. La grande solidarietà dei donatori e l’enorme disponibilità degli ope- ratori e dei chirurghi consente a di guardare al futuro con ottimismo. Attorno all’associazione, privi del benché minimo vincolo, gravitano tante persone, competenze, spirito di servizio, attenzioni, manifestazioni di altruismo, che costituiscono una co- stante iniezione di energia positiva. Con grande entusiasmo si stanno or- ganizzando nuove missioni: a ottobre parte quella in Ghana dove, durante le due settimane di permanenza e di lavoro del team presso l’ospedale di Koforidua, sarà effettuato un triage di selezione di pazienti pediatrici presso l’OTC e a novembre partirà una nuova missione in India . In prospettiva, c’è il progetto di rin- tervenire anche strutturalmente nell’ospedale in India, per costruire un blocco operatorio e forse anche lì un piccolo ospedale da gestire in ma- niera continuativa. L’attualità ha fatto sì che anche quan- to sta succedendo in Ucraina abbia intercettato l’attenzione del GICAM che ha deciso di stanziare una som- ma per acquistare prodotti medici da mandare in un ospedale in Ucraina. Il primo ordine di materiale medico ha già raggiunto le zone di guerra e un secondo ordine di attrezzatura medica è in procinto di arrivare a destinazione. Nel frattempo si sta verificando se c’è anche la possibilità di effettuare una missione in Ucraina o in Polonia . Informazioni e contatti: www.gicam.ch La Rivista Società La Rivista · Giugno 2022 48

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