La Rivista

Il GICAM Un incontrodi mani “Ricostruire unamano significa restituire un futuro, un lavoro e una nuova vita a chi crede di averla persa” C’ è un altro grande amore – “ non posso far altro che definirlo così ” - nella vita professionale del professor Lanzetta: il GICAM. Mi confida che è la cosa che lo fa stare meglio in assoluto, persino di più persino della pratica dello sport per il quale ammetta di aver una dipen- denza fisica e mentale. La cosa che lo fa stare in pace con sé stesso e con il mondo. È stato fondato ventitré anni fa e quando il professore si è trasferi- to in Svizzera, lo ha trapiantato qua. Adesso ha sede a Lugano. L’acronimo sta per Groupe Interna- tional Chirurgiens Amis de la Main . Oggi è una associazione che attorno ai suoi progetti aggrega un sacco di persone e di professionisti. È un retaggio delle molte esperienze che ha vissuto in Africa dai diciotto ai ventisei anni, prima come sem- plice volontario e poi come studente di medicina. Gli sono rimaste nella di Giangi Crettti Marco Lanzetta è un chirurgo della mano e microchirurgo di fama internazionale. Si è formato in Australia, Francia e Canada. Da alcuni anni vive a Lugano. Nel 1998 ha eseguito il primo trapianto di mano al mondo e nel 2000 il primo trapianto di mano bilaterale. Nello stesso anno ha eseguito il primo trapianto di mano in Italia. L’ho incontrato lo scorso anno, per raccogliere la sua testimonianza, dopo che era stato insignito del premio NrUNO, un riconoscimento che la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera in collaborazione con L’Ambasciata d’Italia, assegna a quelle persone che nei vari campi si sono distinte favorendo le relazioni fra i due Paesi. In quell’occasione, mi aveva parlato del GICAM, un’iniziativa che, lo si capiva benissimo, lo riempiva di soddisfazione e di una giustificata fierezza. Il professor Lanzetta con due piccole pazienti indiane, che sono ora anche mie figlie adottive La Rivista Società La Rivista · Giugno 2022 46

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=