La Rivista

segnalano come, ogni due giorni, in Italia venga denunciato un caso di omolesbobitransfobia, che include fenomeni di omotransfobia, razzismo, abilismo ed antisemitismo. Da 913 episodi di discriminazione del 2020, si è passati a 1379 nel 2021, anno in cui si è registrano un balzo delle aggressioni fisiche. Con le “riaperture” post-pan- demia calci e pugni sostituiscono sempre più spesso l’offesa verbale: se l’odio virtuale è sceso dal 34% al 17%, le aggressioni fisiche, che nel 2020 si fissavano al 65 % (soprattutto tra le mura domestiche), hanno raggiunto quota 82 %. Non vengono risparmiate dall’odio le persone LGBTIQ+ che ‘pagano’ un’on- data di visibilità derivata dal dibattito pubblico consumatosi nel 2021 sul ddl Zan, dentro e fuori dal Parlamen- to. Fake-news , stereotipi di genere e pregiudizi che si sono tradotti, nel tessuto sociale, in una vera e propria conflittualità, fatta di discriminazioni e violenze. Da 93 episodi denunciati nel 2020, si è passati ai 238 del 2021. Persone trans inseguite e aggredite per strada, figli buttati fuori casa per via del proprio orientamento sessuale o identità di genere, ragazzi e ragazze costrette a terapie riparative, mac- chine distrutte e aggressioni fisiche a coppie dello stesso sesso colpevoli di tenersi per mano o scambiarsi un bacio pubblicamente. E ancora: ma- nifesti, striscioni, cartelli, scritte sui muri illuminano lividamente la guer- ra invisibile alle minoranze. Non diversa è la situazione in Sviz- zera, dove le aggressioni contro la comunità LGBTIQ+ sono aumentate, lo scorso anno, del 50% rispetto all’anno precedente. Lo hanno denunciano le rispettive organizzazioni, lo scorso 17 maggio, nella giornata internazionale contro omofobia, transfobia e bifobia. L’incremento viene ricondotto alla votazione dello scorso anno sull’aper- tura del matrimonio agli omosessuali, un passo che ha dato a queste persone maggior visibilità: non a caso, durante la campagna di avvicinamento alle urne si è verificata circa la metà dei casi. Se gli episodi segnalati si trat- tava soprattutto di insulti o bandiere arcobaleno distrutte, delle 92 segnala- zioni denunciate un terzo consisteva però in vere e proprie aggressioni fisi- che. Oltre la metà di chi ha denunciato questi eventi ha ammesso di aver subito conseguenze psicologiche a causa del trauma. Un importante studio, pubblicato da Unisanté (il Centro universitario di medicina generale di Losanna) dimostra come i giovani della co- munità LGBTIQ+ sono sottoposti a molestie o violenze quattro volte e mezza in più rispetto ai coetanei eterosessuali ( https://www.unisante . ch/fr/formation-recherche/recher- che/publications/raisons-sante/ raisons-sante-329 ). Non stupisce, purtroppo che tale dis- criminazione sia presente anche in ambito lavorativo. Da un famoso stu- dio del Williams Institute dello scorso settembre ( https://williamsinstitute. law.ucla.edu/publications/lgbt-wor- kplace-discrimination/) è emerso che, nell’ultimo anno, un lavoratore appartenente alla comunità LGBTIQ+ su dieci ha subito discriminazioni verbali sul lavoro, sotto forma di com- menti negativi, insulti o battute; molti dipendenti LGBTIQ+ hanno riferito di aver intrapreso comportamenti di “copertura” per evitare molestie o discriminazioni sul lavoro, ricorrendo persino al cambiamento del proprio aspetto fisico ed evitando di parlare delle proprie famiglie o della propria vita sociale, a volte sotto esplicita ri- chiesta dei loro supervisori o colleghi; almeno uno su due, sempre a causa dell’orientamento sessuale o identità di genere, oltre alle molestie ha subito un trattamento ingiusto sul lavoro al- meno una volta nella vita, come licen- ziamenti o mancata assunzione. Discriminazioni analoghe aumentano Dallo studio del Williams Institute, UCLA School of Law “ LGBT people’s experiences of workplace discrimination and harassment ” emerge la percentuale di discriminazione e di molestie subite dalla comunità LGBTIQ+ a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere durante la propria vita. La Rivista ViviAmo leDiversità La Rivista · Giugno 2022 40

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