La Rivista

La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde svoltasi a Parigi proprio in conco- mitanza con l’annuncio di Lagarde, ha invece sottolineato la necessità di articolare una risposta comune al caro energia e alle sue conseguenze. “ Dobbiamo ridurre i prezzi dell’ener- gia e offrire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese, soprattutto a quelle più bisognose – ha detto Draghi, ricordando l’approvazione da parte del Consiglio europeo straordi- nario di fine maggio della possibilità di imporre, o di prendere in consi- derazione, un tetto ai prezzi delle importazioni di gas russo. “ Questa misura – ha rilevato il Primo Mini- stro italiano - limiterebbe l’aumento del tasso di inflazione, sosterrebbe i redditi disponibili e ridurrebbe i nostri flussi finanziari verso Mosca ”; ma al momento – ha riconosciuto Draghi - “ le discussioni sono ancora in corso e la strada da percorrere potrebbe essere lunga ”. Il fronte europeo non è infatti compatto sul fronte dell’energia né sull’atteggia- mento nei confronti dell’Ucraina: il premier ungherese Viktor Orban ha più volte ripetuto la sua contrarietà all’embargo al gas russo perché, a suo avviso, rovinerebbe l’intera Eu- ropa. Tensioni sono emerse anche per il via libera al sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che hanno riguardato il petrolio greggio ma con una deroga temporanea per quello fornito mediante oleodotto. Anche sul sostegno militare all’Ucraina il Premier ungherese è critico, perché ritiene “ andrebbe finanziata la pace, non la guerra ”. Infine, l’annuncio della raccomandazione al Consi- glio europeo di accettare lo status dell’Ucraina quale Paese candidato all’ingresso nell’Unione, formulato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen alcuni giorni fa, ha dovuto superare le cau- tele dei Paesi scandinavi, quelle del presidente francese Emmanuel Ma- cron e della Germania di Olaf Scholz, questi ultimi due convinti in ultimo nel viaggio compiuto a Kiev insieme al presidente del Consiglio Draghi. La crisi umanitaria e il blocco dei cereali Come previsto, l’offensiva rus- sa si è concentrata ora nella parte sud-orientale dell’Ucraina, trasfor- mandosi in occupazione militare. Lo stesso Mario Draghi, in una delle sue ultime informative al Parlamento italiano, ha evidenziato come dallo scorso maggio la città di Kherson abbia adottato il rublo russo e sia stata agganciata alla rete di teleco- municazioni russa Rostelecom, a te- stimonianza di “ un progressivo radi- camento della Russia in quell’area ”. Secondo lo Stato maggiore ucraino le Forze russe stanno cercando di annettere nuovi territori negli oblast di Donetsk e Lugansk – quest’ultimo quasi interamente sotto il controllo russo ormai, - mentre salgono le vit- time civili e militari del conflitto e il numero dei rifugiati - tra sfollati in- terni e all’estero sono circa 14 milio- ni i cittadini ucraini che hanno do- vuto abbandonare le loro case dall’i- nizio della guerra. Prosegue dunque la crisi umanitaria e il problema del blocco dei cereali, che rischia di sfociare a sua volta in una crisi ali- mentare. “ Per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi, dobbiamo raggiungere il prima pos- sibile un cessate il fuoco e far ripar- tire con forza i negoziati – ha ribadi- to il Premier italiano, sottolineando la necessità di “ mantenere canali di dialogo con la Federazione Russa ” per far emergere una soluzione ne- goziale, che si accettata dall’Ucraina in primo luogo. Draghi si dice anche convinto del duro impatto delle mi- sure sanzionatorie sin qui adottate su Mosca. Per quanto riguarda inve- ce il tentativo di diversificazione del- le fonti energetiche, ormai improcra- La Rivista · Giugno 2022 16

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