La Rivista

do purtroppo con ritardo. Il secondo punto è che molte spese pubbliche e molti debiti pubblici era- no a livelli eccessivi già prima della pandemia. Poi con quest’ultima ci sono stati ulteriori aumenti, in virtù degli inevitabili piani governativi anti crisi. È stato giusto contrastare gli effetti della pandemia, ma ora bisogna nuovamente porre con chiarezza la questione della ridu- zione graduale degli indebitamenti troppo alti. Ricordando anche il fatto che avere spese e debiti eccessivi significa in sostanza stampare altra moneta, il che contribuisce al rial- zo dell’inflazione. Ed è un’illusione pensare che quest’ultima favorisca il superamento del problema dei de- biti elevati: se da un lato il rincaro in effetti lima il valore reale dei debiti, dall’altro però i tassi più alti portano maggiori interessi da pagare. Il terzo capitolo riguarda i dazi. L’ex presidente USA Donald Trump ha varato negli anni scorsi la cosiddet- ta guerra dei dazi, principalmente contro la Cina ma anche contro altre aree economiche, Unione europea compresa. La Cina e le altre aree colpite hanno risposto con misure commerciali di ritorsione. Il risultato è stato un freno ai commerci mondiali e allo sviluppo del libero scambio. E, anche, un aumento per alcuni prezzi, che pure ha contribuito all’inflazione. L’attuale presidente USA Joe Biden ha annullato una parte dei dazi decisi da Trump e lo stesso hanno fatto per le loro misure le aree economiche che sono state colpite dai dazi americani. Ma un’altra parte di dazi è rimasta e continua ad influire sui prezzi. È au- spicabile che gli ostacoli ai commerci (sanzioni contro la Russia a parte, lì purtroppo si tratta di guerra vera) non soltanto non vengano nuovamente aumentati, ma vengano ridotti. Il quarto capitolo concerne la tran- sizione energetica. L’insieme della riduzione dell’utilizzo di fonti di ener- gia a maggiore impatto ambientale e dell’aumento nel contempo dell’u- tilizzo di fonti di energia a minore impatto ambientale è una direzione di marcia giusta. Ma è chiaramente un’operazione epocale, complessa. La guerra in Ucraina ha accentuato i sommovimenti nel settore energia, ma già in precedenza si era mani- festata una tendenza al rincaro. Da una parte le fonti di energia a minore impatto ambientale richiedono inve- stimenti, dall’altra in attesa dei nuovi equilibri c’è ancora bisogno delle fon- ti di energia più tradizionali. Un mix che, soprattutto quando la crescita economica è a buoni livelli, favorisce l’aumento dei prezzi. La transizione energetica è opportuna, ma richiede una gestione di lungo periodo ed equilibrata. Sfide e previsioni La pandemia esplosa nel 2020 e la guerra in Ucraina iniziata nel febbra- io di quest’anno sono quindi rispet- tivamente “solo” il quinto e il sesto capitolo, che si sono aggiunti ai pre- cedenti. Il coronavirus ha dapprima portato a restrizioni e chiusure per numerose attività economiche, quin- di ad una contrazione per l’economia mondiale nel 2020, con una bassa in- flazione. La forte ripresa economica del 2021, favorita anche dall’arrivo dei vaccini e da altre misure anti virus, è stata in sé molto positiva, ma ha messo a dura prova le catene di rifor- nimento di beni e servizi, che aveva- no subito le restrizioni in precedenza e che sono state chiamate a riapertu- re massicce. I colli di bottiglia che si sono prodotti hanno portato in alcuni settori a rallentamenti nelle forniture e ad aumenti dei prezzi. La guerra in Ucraina causata dall’in- vasione russa ha poi pure aggiunto il suo peso, per via delle perdite umane anzitutto e inoltre per i problemi eco- nomici. La Russia è fornitrice di ma- terie prime e soprattutto di petrolio e gas, con mercati di sbocco importanti in particolare in Europa. Sia la Russia L’aumento dell’utilizzo di fonti di energia a minore impatto ambientale è una direzione di marcia giusta. Ma è chiaramente un’operazione epocale. La Rivista · Giugno 2022 12

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ1NjI=